Sondrio, 3 agosto 2016 - Da tecnico sanitario di radiologia all’ospedale di Sondrio a star del web come poeta dialettale. Da quando è in pensione il sondriese Davide Rastelli, 70 anni da compiere il prossimo 28 agosto, ha liberato la sua vena poetica dando sfogo a tutta la sua creatività. Regala emozioni e la comunità valtellinese ne è assai grata. Le sue liriche in vernacolo, dallo stile inconfondibile, che reclamano il diritto alla libertà di essere, piacciono davvero. È così che l’amore di Rastelli per il dialetto e per la sua terra in pochi anni ha oltrepassato il mezzo cartaceo per approdare in Rete.
Apprezzatissimo da tutti i gruppi Facebook, il poeta locale è ormai ben noto. Le sue poesie sono social e sbarcano online dove Rastelli è diventato praticamente un mito seguito da diversi fan. Ogni sera i valtellinesi attendono una «chicca» del «David Scrif Quaicoss» (così si firma) e il poeta non fa mai mancare la sua preziosa «strenna». O meglio il suo «Pènsè dèla Sìra». Innumerevoli i «mi piace» e i complimenti per i suoi scritti che raccontano la quotidianità, i segreti del creato ed hanno il raro potere di «far del bene al cuore». Ricchi di immagini e colori riescono senza indugi a far vibrare le più alte note dell’anima. In uno stile netto ed efficace, Rastelli esplora il mondo circostante e si presenta in tutta la sua genuinità proponendo una poesia pura dalla lettura facile e capace di esprimere profondi sentimenti.
«Sono lusingato - dichiara con visibile emozione -. È una soddisfazione enorme. Riuscire ad entrare in questo modo nel cuore della gente con la semplicità del valtellinese mi dona tanta gioia. Sono andato in pensione nel 2009 e poi nel 2011 ho iniziato a scrivere versi». Anche se nei giorni scorsi ha ricevuto apprezzamenti dalla Svizzera, dall’Australia e anche dalla Colombia Rastelli resta umile, scevro dalla forsennata ricerca dell’applauso e del consenso. Ogni sua lirica è donata alla comunità semplicemente con l’unico scopo di far condividere una bella emozione e di rafforzare la conoscenza delle nostre radici culturali e della nostra lingua madre.
Componimenti scritti di getto, creati dal grande amore verso l’umanità, che prendono per mano il lettore. Semplicità e chiarezza, immediatezza, comunicabilità del verso, alto potenziale lirico ed intensità evocativa. Ispirato da La Musa “La Luna”, il poeta sondriese rivisita principalmente i miti del mondo rurale celebrando la natura nelle sue variegate forme ed il trascolorare delle stagioni. Oltre 1500 poesie dal 2011 fino ad oggi.
«Non seguo delle regole, ma ho scelto di inventare un mio personale modo di scrivere in dialetto - spiega -. Adesso il mio sogno è quello di scrivere un libro. In caso di pubblicazione dedicherò le mie poesie alla mia terra e a mia madre Ines che mi ha sempre sostenuto e mi ha insegnato la lingua dialettale». «Quànt Ve Cùnti...Nà Pùesia Mi Ghe Mèti Fantasia. Ma Quài Volti Mè se Sà...Cùnti Sù Quài Verità», alcuni versi recenti del poeta. Ad ispirare Rastelli anche personaggi della Valle noti e meno noti (fra questi sportivi, cantanti e giornalisti). “Le” La porta ‘N Valtelìna..”La Nutìzia Genùina”.. “Cùl Nìgùl ..Che Cùl Sul..i “I So Scrìtt ..”Si Lènc al Vù”L”.
Gabriela Garbellini
Giornalista de il Giorno